martedì 16 dicembre 2008

Un esame del sangue per conoscere il tumore al polmone


Questo è un esempio di ricerca ottenuta grazie ai fondi donati all'AIRC...
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I livelli di DNA libero circolante aumentano nei malati, ma solo nelle fasi avanzate della malattia. Il test dà però informazioni importanti per la prognosi.

Uno dei principali obiettivi dei ricercatori che si occupano di oncologia è quello di individuare molecole che permettano di arrivare a una diagnosi molto precoce del tumore (chiamate anche marcatori tumorali) e di aumentare quindi le possibilità di curarlo in maniera definitiva. In quest’ottica un gruppo di ricercatori dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano ha condotto uno studio per valutare le potenzialità del test che misura i cosiddetti livelli di DNA libero circolante nella diagnosi precoce del tumore al polmone.In base ai dati di precedenti lavori è noto infatti che i livelli di DNA del gene hTERT sono otto volte superiori nel sangue dei pazienti con tumore al polmone rispetto a quelli osservati nelle persone sane. Si tratta di capire se la misurazione di questo DNA, che comporta per il paziente solo un prelievo di sangue, possa dare informazioni utili alla diagnosi precoce. Infatti l’innalzamento dei livelli potrebbe avvenire sin dalle prime fasi della malattia, quando ancora il tumore è localizzato e magari non può essere individuato dai classici esami diagnostici come radiografia, TC o PET. Oppure il valore misurato potrebbe rendere più precise le informazioni che si ottengono dalla diagnostica per immagini tradizionale. Per valutare tutte queste ipotesi, Gabriella Sozzi e il suo gruppo hanno misurato i livelli di DNA plasmatici di hTERT in oltre 1.000 volontari sopra i 50 anni e forti fumatori che sono anche stati sottoposti a TC spirale. I dati emersi dallo studio, finanziato anche da AIRC, hanno rivelato che il rilascio di DNA plasmatico è un evento tardivo nel tumore al polmone: i livelli iniziali sono risultati infatti simili in tutti i partecipanti allo studio, indipendentemente dal successivo sviluppo di malattia. Se non darà una mano alla diagnosi precoce, il test sarà però utile per identificare i tumori che mostrano una crescita più veloce e sembra essere importante per valutare la prognosi finale. Il passo successivo della ricerca consiste nel chiarire se i livelli di DNA circolante possono fornire una misura della capacità del tumore al polmone di generare metastasi.



2 commenti:

Anonimo ha detto...

grazie per questo articolo. Infatti questo test con una radiografia o scanner sono utilizzati (in Belgio) dopo la cura di un tumore polmonare. Servono per individuare se il tumore primario possa (ri)cominciare ad avere metastasi. Passare questi controlli è obbligatorio ed è l'unica maniera per prevenire un'eventuale ripresentazione del tumore. Purtroppo diagnosticare il tumore polmonare allo stadio I e II è molto difficile. In genere qui si fa passare dopo i 50 anni uno scanner alle persone ritenute "a rischio" cioè ai grandi fumatori. Ma questo pero' è a discrezione del medico e in genere deve essere il paziente a richiederlo. Grazie raffa di aver pubblicato questo post. Rosa

mithril ha detto...

Grazie a te, Rosa, per la testimonianza! :o)

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