giovedì 15 gennaio 2009

Rivoluzione copernicana per la lotta al cancro

La notizia di stasera è un articolo su uno studio americano, ma la base non credo cambi nelle altre nazioni e la cosa si potrebbe benissimo estendere ovunque :o).
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Le possibilità di vincere, in guerra, dipendono da due cose. Le armi. E la strategia. Contro il cancro, le armi sono spuntate, è la strategia che è sbagliata.
A puntare il dito contro gli errori dell’industria farmaceutica e medica è una lunga inchiesta di Wired, che parte da un dato semplice. La percentuale di sopravvivenza degli esseri umani malati di cancro è del 90 per cento, quando la diagnosi è estremamente precoce e del 10 per cento quando avviene in ritardo. Un corollario è nel fatto che i risultati più significati sono stati ottenuti nella lotta a quei tumori (seno, utero, pelle) che hanno visto le tecniche di diagnosi evolversi in modo più efficace negli ultimi anni. Eppure, la bilancia della spesa, all’interno degli 8 miliardi di dollari spesi ogni anno per sconfiggere il cancro, pende sempre nettamente a favore della cura piuttosto che della diagnosi. La Canary Foundation, messa in piedi da John Chambers, ex amministratore delegato della Cisco dedica tutta la sua opera alla sensibilizzazione sull’importanza di una diagnosi precoce. Non soltanto nei confronti dei pazienti, ma anche del sistema sanitario americano.
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La missione della Fondazione è cambiarne la priorità, convicere la sanità americana a intraprendere la rivoluzione copernicana dalla cura alla diagnosi. Canary è il canarino della miniera, che con la sua morte avverte i minatori di un’esplosione imminente, salvando loro la vita. Se resti dentro la miniera, hai poche chance si salvarti. Se riesci a scappare in tempo, invece, è fatta. L’approccio orientato alla cura risale alla presidenza di Richard Nixon, che nel 1971 dichiarò guerra al cancro. Da allora, le morti per tumore sono diminuite del 12 per cento: risultato modesto rispetto al 60 per cento in meno di morti per malattie cardiache. Quest’anno, moriranno 566mila americani di cancro. Nel corso della vita, a 140 milioni di americani verrà diagnosticato un cancro. La tesi della Canary Foundation, è che soltanto riequilibrare lo sbilanciamento di priorità, ora tutto a favore dei primi, potrà ridurre drasticamente i decessi. L’ambizione, invece, è quella di spingere la ricerca ad adottare alla diagnosi un approccio simile a quella della Silicon Valley, da cui proviene il fondatore. Secondo Chambers è usando algoritmi e modelli matematici che l’efficacia della diagnosi può spingere sempre più malati verso la parte 90 per cento del diagramma.
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