Aumentare lo stress della cellula tumorale, fino a farla morire come «soffocata» dalle sue stesse scorie. È questo l’obiettivo dei ricercatori del San Raffaele di Milano, dopo aver scoperto un meccanismo, un vero e proprio «tallone d’Achille», che può essere sfruttato per sconfiggere il mieloma multiplo. Un grave tumore del midollo osseo molto frequente ed ancora incurabile, che ha origine dalla trasformazione tumorale delle plasmacellule, le cellule del nostro sistema immunitario deputate a produrre gli anticorpi, le difese del nostro organismo.
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Nel 2006, in uno studio pubblicato sull’EMBO Journal, i ricercatori del San Raffaele avevano scoperto che le plasmacellule producono enormi quantità di proteine di scarto e per «ripulirsi» usano i proteasomi (complessi molecolari presenti in tutte le cellule del nostro corpo, il cui compito è eliminare le proteine danneggiate o che non servono più). Un meccanismo naturale, presente in tutte le cellule nel nostro corpo, che consente loro di eliminare i rottami proteici prodotti dall’attività cellulare. Se sovraccaricato, questo meccanismo genera stress, che secondo gli scienziati può essere sfruttato, nelle cellule tumorali del mieloma multiplo, per renderle più sensibili al bortezomib, un nuovo farmaco in grado di inibire l’attività del proteasoma e che si è rivelato in grado di aumentare l’aspettativa di vita di pazienti oncologici. «Lo sbilanciamento presente nelle cellule tumorali tra la scarsa capacità di degradare le proteine di scarto ed il carico di lavoro sui protesomi - spiega Simone Cenci, dell'Istituto Scientifico Universitario San Raffaele, coordinatore dello studio - genera un particolare tipo di stress che può essere sfruttato per distruggere selettivamente le cellule del mieloma multiplo, rappresentando un vero tallone d’Achille del tumore. Ecco un caso in cui lo stress può far bene».
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In questo nuovo studio, pubblicato su Blood, realizzato dall’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele e dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, con la collaborazione delle Università di Torino, Pavia e Parma e della Harvard Medical School di Boston, USA, i ricercatori, utilizzando linee tumorali già disponibili in laboratorio e cellule tumorali selezionate da campioni di midollo osseo di pazienti, hanno misurato, mediante sofisticate tecniche bio-molecolari, l’attività dei proteasomi e la quantità di «scorie» accumulate dalle cellule tumorali.
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Hanno così scoperto che i tumori che presentano meno proteasomi, a causa di un’intensa attività metabolica, ne hanno più bisogno: di conseguenza sono carichi di scorie e quindi più «stressati». Non solo: questi stessi tumori sono anche i più sensibili al bortezomib che, bloccando l’azione del proteasoma, aumenta lo stress della cellula fino a farla morire «soffocata» dalle scorie proteiche. Inoltre, gli scienziati sono riusciti a modificare la vulnerabilità del tumore al farmaco, manipolando la quantità dei proteasomi o sovraccaricandoli di lavoro. La scoperta apre, dunque, la strada a nuovi studi clinici per cercare di individuare in anticipo i pazienti che risponderanno meglio a questo nuovo farmaco, un promettente alleato contro questo tumore..
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2 commenti:
leggo con molto interesse il tuo blog.....ci sono notizie interessantissime non solo per i malati di cancro e le loro famiglie ma anche per chi non è affetto da questa patologia e leggendo queste pagine può prenderne coscienza.Oggi come oggi , poi, l'informazione è importantissima per la prevenzione di moltissimi tumori... brava Raffy!!!!
La cosa però che mi sembra strepitosa sono le immagini.....il disegno del gatto inserito nel contesto della notizia è favoloso!!!!Ma dove le trovi?ihihih ;)
Ahahah!!! Il disegno dà abbastanza l'idea dello stress??? :oDDDD
Purtroppo io mi sono trovata in questo mondo, catapultata, assolutamente ignorante! Quando il chirurgo mi disse, prima che papà entrasse in sala operatoria, che cosa poteva avere, parlò di occlusione intestinale, peritonite o carcinoma... io nemmeno avevo ben chiaro che cosa fossero tutte ste cose!!! Forse la gioventù ignora queste cose... anzi, di sicuro. I miei genitori erano insegnanti, in treno trovavo spesso loro ex alunni, e sai cosa ho sentito dire da uno di questi, una volta? "Il tumore doveva venire a lei, altro che a suo marito!"... ma chissà se questo ragazzo sa cosa vuol dire avere un tumore. Sono rimasta male tutto il giorno.
Con questo blog cerco di informare, non so se quello che scrivo sulla prevenzione è davvero efficace o se è scritto che il tumore ti deve colpire, ti colpirà e basta.
Forse conoscere il nemico potrebbe dare una chance in più! Sperando sempre di esserne incolumi!!! ;o)
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