domenica 28 dicembre 2008

Le origini del guscio della tartaruga

Oggi una pausa dalle notizie oncologiche/mediche. Mi dedico alla mia passione :o)))


Un altro tassello del puzzle è stato posizionato. Gli scienziati hanno aperto una breccia su uno dei più antichi misteri dell’evoluzione: l’origine del guscio delle tartarughe. L’anno scorso nel sud ovest della Cina sono stati scoperti i fossili di tre esemplari adulti, perfettamente conservati, risalenti a 220 milioni di anni fa. Il più antico antenato delle tartarughe conosciuto finora: l’Odontochelys semitestacea. L’importanza di questa scoperta? Le tartarughe in questione erano dotate di denti e di un guscio incompleto. Scienziati canadesi, cinesi e statunitensi dalle pagine di Nature spiegano come il rivestimento osseo incompiuto fornisca nuovi dettagli sulla sua formazione. “Dal diciannovesimo secolo si contano diverse speculazioni sull’origine del guscio delle testuggini” dichiara il dottor Xiao-chun Wu, paleontologo del Museo di storia naturale di Ottawa “adesso questi fossili avvallano la teoria che il guscio si sia formato dal basso come estensione della spina dorsale e delle costole piuttosto che da una fusione di piastre ossee cutanee come altri scienziati avevano ipotizzato in precedenza”. Fino a quest’ultimo ritrovamento i fossili più antichi risalivano a 210 milioni di anni fa, ma gli esemplari in questione aveva già un guscio superiore completo. La recente scoperta concorda con l’osservazione embriologica, per cui lo sviluppo del guscio origina dallo scheletro interno, ma sottolinea Wu “adesso abbiamo l’evidenza del processo in un esemplare adulto”. Il team di ricercatori è anche giunto alla conclusione che le prime tartarughe erano acquatiche e non terrestri. Avrebbero, infatti, sviluppato prima il rivestimento inferiore (il piastrone) per proteggersi dai predatori acquatici, e solo successivamente il guscio superiore (il carapace) per difendersi dai pericoli terrestri. “Una volta sulla terra ferma il ventre otteneva protezione dal contatto con il suolo ed era quindi poco esposto ai pericoli” precisa il dottor Oliver Rieppel, del Fields Museum di Chicago.

Lara Gusatto



Anche oggi è stata una bruttissima giornata, come la Vigilia, come Natale e come tantissimi altri giorni da qualche mese a questa parte. I problemi fisici di papà sono sempre più importanti, la sua sofferenza mi tormenta la mente. Vado avanti per inerzia con solo tanta voglia di piangere. La terapia antalgica sembra fare poco o niente :o( e io non vivo più da quando lo vedo in quello stato. A volte la gente mi dice che devo reagire, che devo pensare alla mia vita, al mio futuro... cose che non sopporto!!! Io ho una vita davanti per me. Ora ho bisogno solo di lui, di stare con lui, di dedicarmi a lui... per il resto ho tanto tempo, per lui no, non ho tutto il tempo che voglio: ho troppo poco tempo.
L'unica nota positiva della giornata è stato un pacchettino che mi ha mandato una cara amica siciliana, Emilia, con un dolcissimo bigliettino di auguri, la squisita caponata e dei dolcetti deliziosi fatti di pasta di mandorle... Chissà se papà riesce a distinguerne il sapore... :o(((


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