venerdì 2 gennaio 2009

Bisfenolo A associato alla resistenza alla chemio


L’esposizione al Bisfenolo A (BPA) può ridurre l’efficacia dei trattamenti chemioterapici.

Il BPA, chimicamente 2,2-bis(4-idrossifenil) propano, è una sostanza chimica che è presente in un elevato numero di prodotti di plastica, tra cui le bottiglie di plastica e viene utilizzato per la produzione di resine. In particolare viene impiegato nella produzione di policarbonato, una plastica utilizzata per biberon, stoviglie, contenitori per alimenti e nella produzione di rivestimenti epossidici per materiali metallici, per lattine per bevande e grandi contenitori per vino.
I Ricercatori dell’University of Cincinnati negli Stati Uniti hanno sospettato che il BPA potesse avere un ruolo nei tumori, per la somiglianza strutturale ad un composto che promuove i tumori, il Dietilstilbestrolo (DES). Ma dalla ricerca è emerso che BPA non mima l’azione di DES. BPA non aumenta la proliferazione delle cellule tumorali, come il Dietilstibestrolo; agisce proteggendo le cellule tumorali esistenti dall’andare incontro a morte in risposta ai farmaci antitumorali, rendendo il tal modo la chemioterapia meno efficace.

I ricercatori hanno studiato cellule umane di tumore mammario, esposte a bassi livelli di BPA in linea con i livelli trovati nel sangue umano degli adulti. L’attività di BPA, simile a quella dell’Estrogeno, è stata quella di indurre le proteine che esercitano un effetto protettivo nei confronti dei farmaci chemioterapici. L’azione inducente le proteine dell’Estrogeno era stata in precedenza associata alla resistenza con chemioterapici, ma non si riusciva a spiegare perché la resistenza si osservava anche in alcuni pazienti con minori livelli minori di Estrogeno. Questi dati forniscono ulteriore evidenza che BPA è pericoloso per la salute umana.




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