martedì 20 gennaio 2009

Scoperto il 7° fattore: la proteina VERSICAN


I tumori non sono tutti uguali. Le dimensioni, la tipologia, ma soprattutto lo sviluppo di metastasi diventano determinanti per le speranze di vita del paziente. Da anni, gli oncologi si chiedono perché in certi casi la malattia resta limitata a un organo mentre in altri si diffonde per tutto il corpo, compromettendo le chance di guarigione. La risposta potrebbe venire da uno studio dell’Università della California e di Taiwan: alcuni ricercatori, infatti, hanno scoperto un fattore chiave legato alle metastasi.
Si tratta del “settimo elemento” di un rompicapo che da quasi dieci anni impegna la medicina. Nel 2000, in un articolo pubblicato sulla rivista Cell, gli studiosi Douglas Hanahan e Robert Weinberg individuarono una lista di sei processi fondamentali che portano una cellula normale a trasformarsi in una cancerogena:
  • potenziale di replicazione illimitato,
  • insensibilità agli inibitori della crescita,
  • evasione del meccanismo di morte programmata,
  • sviluppo di vasi sanguigni
  • invasione dei tessuti circostanti
  • conseguente formazione di metastasi.
Oggi, si aggiunge un aspetto in più che si sposta oltre i limiti della cellula, nel microambiente circostante. Sarebbe infatti un meccanismo infiammatorio a decidere in un senso o nell’altro l’evoluzione del cancro.
“Questo è un passo significativo e insperato perché apre una nuova prospettiva al di là del semplice studio della cellula” afferma il Alberto Mantovani, ricercatore dell’Istituto Clinico Humanitas e dell’Università di Milano, che dalle colonne della rivista Nature commenta l’ipotesi dei colleghi. In realtà, la relazione tra processo infiammatorio e tumore non è del tutto nuova: i medici già sanno che varie patologie, come l’infiammazione intestinale cronica, creano maggiori probabilità di sviluppare un tumore. Fino ad ora, però, non si era mai arrivati a intuire il passaggio concreto da infiammazione a metastasi.
Negli ultimi esperimenti, i medici hanno utilizzato alcuni topi transgenici affetti da diverse tipologie di cancro. Dall’analisi dell’ambiente extracellulare è stata individuata una proteina (il versican) che accoppiandosi con i macrofagi (cellule del sistema immunitario) mette in moto la produzione del fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-a), sostanza sempre presente nelle infiammazioni. Rendendo inattiva questa proteina in alcuni topi, la grandezza del tumore e le metastasi si sono ridotte sensibilmente.
“Puntare gli occhi su elementi prima ignorati significa programmare strategie terapeutiche nuove rispetto a quelle tradizionali”, spiega ancora Mantovani. Le incognite, però, restano: “Bisogna ancora verificare il comportamento del versican dall’animale all’uomo”, ammette il ricercatore. A questo, vanno aggiunte le aggravanti già note: la differenza sostanziale tra un tumore e l’altro e, ancor di più, le reazioni differenti tra i vari corpi. La strada, insomma, è ancora lunga.

Valentina Buzzi
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