giovedì 5 febbraio 2009

Obiettivo: CRONICIZZAZIONE


Qualche tempo fa, credo due mesi fa (ho perso il conto del tempo per queste cose), mio padre chiese tra un misto di disperazione e rasseganzione, quando sarebbe guarito... La dottoressa gli rispose che si stava andando verso la cronicizzazione della malattia, ossia che lui adesso è malato e bisogna curarlo ad oltranza.
Abbiamo preso queste parole molto male. Credo che qualsiasi cosa ci avesse risposto, la avremmo presa male. :o( L'unica cosa che ci fà andare avanti è l'illusione di un miracolo, anche se siamo ben coscienti del nostro futuro. Ma di speranza si vive! Almeno, ci si prova!
Adesso, a pensarci bene, magari si arrivasse a cronicizzare la malattia!!! Sì, questo vorrebbe dire vivere sempre tra ospedali, analisi, medici, quella puzza di disinfettante, camici bianchi, annessi e connessi. Ma... vuole anche dire non peggiorare! Se guarire non si può, almeno fermare tutto dov'è, forse potrebbe essere un bel risultato! Parlo sempre con forse, magari, condizionali, perchè oggi posso pensare così, dato che pare che i dolori oggi ci lasciano in pace, magari domani, quando lo vedrò contorcersi come succede per la maggior parte dei giorni, penserò che arrivare a quest'obiettivo è solo un'agonia.
Fatto sta che l'obiettivo ora è proprio questo. E non solo per noi, ma per moltissimi, per non dire tutti, malati "inguaribili".
Dice il dottor Gianfranco Addamo, oncologo medico appassionato, esperto in terapia del dolore al Dipartimento di Oncologia medica e Radioterapia oncologica di Sanremo:
L'oncologo è un Giano bifronte: da un lato c'è la figura del medico coordinatore che si occupa di organizzare l'assistenza al malato oncologico e, come dice anche Veronesi, ha smesso di mentire o di mistificare e ha aperto un dialogo diretto e aperto con questo tipo di paziente. Dall'altro lato c'è il fondamentale aspetto della ricerca e dell'aggiornamento continuo. Inoltre essere un oncologo vuol dire tenere sempre presente che l'oncologia è un fatto culturale.
Vanno cambiati certi messaggi che arrivano ai pazienti in maniera svisata o terrorizzante. L'oncologo non è certo solo un "chemioterapista". Negli anni sono stati prodotti nuovi farmaci, nuovi ormoni, anticorpi monoclonali: per la prima volta, grazie a tutto questo, per molti tumori si sta assistendo ad un aumento dell'incidenza ma con una diminuzione della mortalità, andando verso quella "cronicizzazione" della malattia oncologica che sarà il risultato futuro insieme a una maggiore guaribilità. Gli oncologi sono stati i primi medici che hanno imposto la regola della medicina basata sulla ricerca scientifica e non solo sull'esperienza personale, sull'impressione, sull'antico intuito genere "vecchio medico di famiglia". Lo sviluppo dell'Oncologia medica appartiene al contemporaneo, influenza le altre branche della medicina e richiede un approccio multidisciplinare. Questo per me vuol dire passione quotidiana, dedizione e anche molta fatica accompagnata a un costante "privilegiare la persona".
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