venerdì 6 febbraio 2009

Tumori infantili: cure mini-invasive per quelli cerebrali

Che sia l'anno in cui ci si dedica ai tumori infantili mi pare chiaro, molti articoli stanno uscendo, a riguardo. Questo mi preme maggiormente, in quanto una nipotina del mio ragazzo è stata colpita e ahimè non è stata operata per via della posizione della macchia. L'hanno solo curata con la radio e la chemio, anzi, è tutt'ora in cura. Sono due anni.
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I tumori cerebrali nei bambini possono essere «attaccati» dall’interno con armi intelligenti che ne rallentano la crescita, oppure con una chirurgia precisa e guidata passo per passo dalla neuronavigazione (con l’aiuto della risonanza e della Tac) o, ancora, con micro-telecamere introdotte nel cervello utilizzando sonde endoscopiche. Sono queste le ultime frontiere della neurochirurgia pediatrica, che inseguono l’obiettivo ambizioso, ma sempre più realistico, di bloccare la neoplasia senza danneggiare la funzionalità neurale del piccolo paziente.
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Ne hanno discusso nei giorni scorsi durante una Consensus conference on Pediatric Neurosurgery i maggiori esperti internazionali, riunitisi per fare il punto sulle migliori strategie di cura a disposizione per due forme di tumore cerebrale infantilie: l’ependimoma (tumore del sistema nervoso centrale) e il craniofaringioma. Il primo si sviluppa nella fossa cranica posteriore, solitamente interessa i bambini con meno di 5 anni e colpisce il sistema nervoso centrale; mentre il secondo è una neoplasia benigna, localizzata nella regione soprastante la ghiandola ipofisaria.
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«Le neoplasie del cervello sono in aumento probabilmente per cause ambientali che incidono sin nella vita intrauterina, ma servono ancora molti studi per capire le origini della malattia - ha spiegato Concezio Di Rocco, responsabile dell’Unità di Neurochirurgia infantile del Policlinico Gemelli di Roma e presidente della conferenza -. Oggi possiamo fare interventi fino a 10 anni fa inimmaginabili, grazie ai quali la mortalità è scesa dal 30-40 per cento all'1-2 per cento in un decennio».
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Tuttavia si vuole arrivare a cure sempre più mirate e non invasive, per limitare al massimo gli effetti collaterali e le possibili conseguenze sull’attività cerebrale e garantire una normale crescita fisica dei bimbi.
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Per il craniofaringioma oggi ci sono farmaci come l’interferone che, somministrato direttamente dentro il tumore, ne rallenta la crescita. In questo modo il piccolo paziente può convivere con la malattia e si ritarda il più possibile l’età dell’intervento, così da permettere al bambino di crescere senza toccare i centri nevralgici della crescita e dello sviluppo sessuale. Le più moderne strategie terapeutiche, poi, prevedono una chirurgia «dolce», unita a radio e chemioterapia, per eliminare completamente la neoplasia. «Ma i bimbi hanno poi bisogno di una lunga riabilitazione – ha concluso Di Rocco – e servono centri ad hoc, con personale qualificato e attrezzature specializzate, che in Italia purtroppo ancora mancano».
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L’ependimoma, invece, è curabile solo con la chirurgia: si procede con la neuronavigazione (il neurochirurgo è guidato durante l’operazione dalle immagini fornite dalla risonanza magnetica e della Tac) o con l’endoscopia. Oggi, però, gli specialisti preferiscono eseguire due o tre interventi successivi per ridurre gradualmente la lesione, piuttosto che procedere con un unico intervento invasivo come avveniva qualche anno fa. Fino ad ora l’utilizzo della radioterapia nei piccoli pazienti con questa neoplasia è stato escluso in considerazione degli effetti collaterali, ritenuti molto probabili e troppo nocivi per il futuro sviluppo dei bambini.
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Tuttavia, in uno studio pubblicato sull’ultimo numero della rivista The Lancet Oncology, un gruppo di ricercatori americani suggerisce l’ipotesi di una radioterapia conformazionale (durante la quale il computer guida il fascio di radiazioni per conformarlo quanto più possibile alla forma dell’area da irradiare, nel tentativo di risparmiare i tessuti sani) dopo l’operazione radicale per asportare l’ependimoma. Gli studiosi del St. Jude Children's Research Hospital (Memphis, Usa) l’hanno sperimentata con successo su 153 bambini, includendo per la prima volta anche piccolo pazienti con meno di tre anni.
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Vera Martinella
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http://www.corriere.it/

4 commenti:

Anonimo ha detto...

oh anche oggi non mi ha preso il commento..e me ne sono accorta solo ora!
Volevo dirti che non lo sapevo proprio che l'interferone puo' combattere questo tipo di tumore (!) Pensavo servisse solamente per l'epatite c.
Due sere fa ho visto su ARTE (canale tv franco tedesco) un reportage/documentario girato nell' ospedale dei bambini Reine Fabiola di Bruxelles. E' stato un documentario molto corretto, sobrio privo di ogni pietismo, ha fatto vedere la triste e dura realtà dei bambini ospedalizzati dei loro genitori che l'accomapgnano e di tutta l'equipe medico infermieristica che li segue. Ho pianto perchè ogni gesto che compivano i medici su quelle piccole creature sapevo cosa significasse...ho pensato che i bambini sono molto forti e puri nell'affrontare tali tragedie. Grazie di postare ogni giorno ora vedo se riesco a trovare qualcosa su questa trasmissione.
Penso che se la TV italiana passasse in prima serata un documentario cosi' sarebbe un grande passo avanti per sensibilizzare le persone.

Anonimo ha detto...

http://plus7.arte.tv/fr/detailPage/1697660,CmC=2426138,scheduleId=2392584.html
questo è il link dove si puo' vedere il documentario (o una parte)
Spero funzioni ciao rosa

Anonimo ha detto...

se non is aprisse si puo andare sul sito di ARTE
http://www.arte.tv/fr/70.html
poi cliccare in alto a destra su ARTE + 7
su rechercher in alto a destra scrivere il titolo
Demain, j'irai mieux
spero riusciate a vederlo. Purtroppo c'è un tempo limitato (7 gg) perchè poi mettono altri documentari. ciao rosa

mithril ha detto...

Ho provato Rosa, ma dice che non è possibile per me, vedere il filmato. Ho visto però le foto, qui:
http://www.arte.tv/fr/recherche/1383954,templateId=noncache.html?doSearch=true&keyword=Demain%2C+j%27irai+mieux&bt_ok.x=14&bt_ok.y=9
Non sono in grado di tradurre le pagine, magari quando avrò più tempo mi farò aiutare ad Google Translete ;o))) oppure da te e da Emy :o))))))))))
Vedo che sono molte ad opera dell'UICC, per la campagna contro il cancro.
In Italia, purtroppo, in prima serata fanno solo serie TV..... :o(((
Grazie Rosa!

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