giovedì 22 gennaio 2009

Acidi grassi e tumore mammario: l'importanza della dieta


L’effetto preventivo degli acidi grassi insaturi, in particolare degli omega-3, contro l’insorgenza del tumore della mammella è ben nota; ora un gruppo di ricercatori francesi ha approfondito la questione verificando quanto l’efficacia di queste sostanze vari secondo la fonte alimentare dalla quale vengono tratte. Lo studio è descritto sulla rivista International Journal of Cancer.
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La ricerca ha già analizzato il ruolo degli acidi grassi polinsaturi (PUFA) nella prevenzione del cancro della mammella, notando come il rischio sembra essere ridotto dall’assunzione di omega-3 PUFA e aumentato invece dall’omega-6. Ma nella popolazione reale queste sostanze vengono spesso ricavate non da integratori, quanto dalla dieta quotidiana. I ricercatori dell’Istituto Gustave Roussy hanno analizzato tramite questionario la dieta di 56.007 donne francesi e monitorato nei successivi 8 anni la loro salute; 1650 donne, come risultato dai controlli periodici, hanno sviluppato in seguito un cancro invasivo della mammella. Confrontando le donne che si erano ammalate con quelle ancora in buona salute, non è stata trovata una correlazione significativa fra incidenza di cancro e apporto di PUFA (calcolato in modo teorico in base alla dieta giornaliera); tuttavia, quando si è andato a vedere da quali fonti alimentari gli acidi grassi venivano ricavati, è emersa una correlazione.
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Mentre la frequenza di cancro mammario era maggiore nei soggetti che assumevano acido alfa-linolenico (ALA) proveniente da mix di noci e nocciole e altri cibi industrialmente trattati, la neoplasia mammaria era invece ridotta nelle donne che ricavavano l’ALA prevalentemente da frutta e vegetali. In particolare, nei soggetti con il più alto apporto di omega-6 si evidenziava maggiormente l’effetto protettivo degli omega-3, in misura proporzionale alla dose assunta. “Questi risultati”, concludono i ricercatori, “mettono in evidenza la necessità, quando si valuta l’associazione fra l’apporto di acidi grassi polinsaturi e il rischio di cancro, di prendere in considerazione le fonti alimentari, nonché l’interazione fra acidi grassi e antiossidanti”.
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Antonella Sagone
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