Dopo che avevamo conosciuto la proteina Omomyc, ecco che ne spunta un'altra... a favore della crescita tumorale incontrollata. Ma adesso che la abbimo scoperta, la facciamo fuori!!! :oDD
La ricerca è stata condotta grazie a finanziamenti specifici dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) e altri. Quindi vedete, i fondi che doniamo all'AIRC vengono ben spesi!!!! Daiii!!! Non siate TIRCHI!!! :o))))) Si chiama Notch1 la proteina che, se troppo attiva, segnala alle cellule di crescere senza controllo. Dalle leucemie al cancro della mammella, sono molti i tumori che dipendono da un suo malfunzionamento. Notch1 però non agisce da sola. È Pin1, un enzima che fa cambiare conformazione alle proteine, il complice grazie al quale Notch1 funziona al meglio nel dare il via agli eventi e alla rete di segnali cellulari che portano alla degenerazione e alla crescita tumorale. Lo studio che svela in che modo queste due proteine si alleano giocando a favore del cancro appare su “Nature Cell Biology”.La scoperta arriva da un gruppo di scienziati del Laboratorio Nazionale Consorzio InteruniversitarioBiotecnologie (LNCIB) dell’AREA Science Park e del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste, che ha lavorato in collaborazione con ricercatori dell’IFOM Fondazione Istituto FIRC di Oncologia Molecolare, dell'Università di Milano, di Padova e del Winstar Institute di Filadelfia.
Secondo Giannino Del Sal coordinatore dello studio e responsabile dell'Unità di Oncologia Molecolare del LNCIB e ordinario di Biologia presso la Facoltà di Medicina dell'Università di Trieste, senza l'enzima Pin1, Notch1 perderebbe gran parte della sua capacità di promuovere la crescita tumorale. Notch1 ha bisogno di Pin1 per trasformarsi nella sua forma attiva all'interno delle cellule e qui, tra le varie funzioni che svolge, regola anche l'espressione del suo stesso alleato Pin1.
Il gruppo di ricercatori ha scoperto che nel tessuto prelevato da pazienti con tumore alla mammella queste due proteine tendono ad andare di pari passo: quando l'una è presente in quantità superiori alla norma, anche l'altra si accumula.
"Interrompere il circuito molecolare che ha come punti di forza Notch1 e Pin1 o modularlo farmacologicamente - spiega Giannino Del Sal - significa bloccare la crescita del tumore". Farmaci che inibiscono l'azione di Notch1 sono già in fase di sperimentazione clinica contro il cancro, e ora questa scoperta aggiunge un altro importante bersaglio contro cui agire. I ricercatori, infatti, hanno dimostrato che in modelli di cellule cancerose che esprimono livelli alterati di queste due proteine, trattamenti combinati con molecole o farmaci che interferiscono sia con l'azione di Notch1 sia con le funzioni di Pin1, contrastano più efficacemente la crescita tumorale rispetto a trattamenti singoli che puntano ad attaccare solo una delle due proteine. Insomma, dicono i ricercatori "Colpirli entrambi può rendere la terapia antitumorale più efficace".
Questa scoperta, oltre ad aggiungere una nuova tessera al complicato mosaico del cancro, getta concrete basi per lo sviluppo di strategie farmacologiche sempre più mirate.
Il gruppo di ricercatori ha scoperto che nel tessuto prelevato da pazienti con tumore alla mammella queste due proteine tendono ad andare di pari passo: quando l'una è presente in quantità superiori alla norma, anche l'altra si accumula.
"Interrompere il circuito molecolare che ha come punti di forza Notch1 e Pin1 o modularlo farmacologicamente - spiega Giannino Del Sal - significa bloccare la crescita del tumore". Farmaci che inibiscono l'azione di Notch1 sono già in fase di sperimentazione clinica contro il cancro, e ora questa scoperta aggiunge un altro importante bersaglio contro cui agire. I ricercatori, infatti, hanno dimostrato che in modelli di cellule cancerose che esprimono livelli alterati di queste due proteine, trattamenti combinati con molecole o farmaci che interferiscono sia con l'azione di Notch1 sia con le funzioni di Pin1, contrastano più efficacemente la crescita tumorale rispetto a trattamenti singoli che puntano ad attaccare solo una delle due proteine. Insomma, dicono i ricercatori "Colpirli entrambi può rendere la terapia antitumorale più efficace".
Questa scoperta, oltre ad aggiungere una nuova tessera al complicato mosaico del cancro, getta concrete basi per lo sviluppo di strategie farmacologiche sempre più mirate.
.
Len MAZ
.
.
Nessun commento:
Posta un commento