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I risultati della ricerca danese smentiscono alcuni dati raccolti negli ultimi vent’anni, che evidenziavano invece un certo aumento del rischio di tumore dell’ovaio soprattutto per le donne sottoposte a numerosi cicli di stimolazione (10 o 12) e ciononostante mai rimaste incinte. Non si è però mai giunti a certezze definitive, anche perché la maggior parte delle ricerche non sono riuscite a distinguere fra i rischi della stimolazione farmacologica e quelli dell’infertilità, che di per sé è un fattore di rischio riconosciuto per questo tipo di neoplasia.
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«Dato il numero crescente di donne che cercano trattamenti per la fertilità, i dati positivi della Danish Cancer Society sono informazioni importanti per i medici e per i loro assistiti – ha commentato Penelope Webb, ricercatrice del Queensland Institute of Medical Research di Brisbane, Australia, in un editoriale sullo stesso British Medical Journal -. E in un mondo dove le donne sempre più navigano in internet a caccia di notizie sulla salute, i medici dovrebbero trovare il tempo per discutere con le loro pazienti e aiutarle ad avere un’informazione adeguata».
.Donatella Barus
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